VIA DEGLI APULI

Ieri pomeriggio mi sono recato alla vecchia abitazione in via degli Apuli. Tutto cambiato da quando eravamo lì, il quartiere è sotto posto ad una cosiddetta riqualificazione urbana e molti palazzi sono stati abbattuti.

Gli apuli sono in senso stretto gli abitanti della antica Apulia, una zona vicino al Gargano. Un popolo guerriero che lotto' contro le inevitabili invasioni di altri popoli, ma fu sconfitto, scomparve definitivamente. 

Noi due in quella casa ci siamo amati con le nostre contraddizioni, ma lo abbiamo fatto con tutti i rischi che comporta amarsi.  

Solo il nostro palazzo e qualche altro e forse ancora per un po', sono rimasti in piedi. Mi ha fatto una forte emozione camminare in quelle vie che hanno visto la nostra esistenza. Mi sembrava di vedere all'improvviso Anita sbucare da dietro un angolo mentre io prendevo i pasticcini per la domenica pomeriggio. Come mi mancano quei tempi dove la gioventù, la forza, l'amore primeggiavano ovunque.

Mentre cercavo di fare qualche foto per immortalare quello che rimane, ecco mi appare il bar, la farmacia, la tabaccheria, il ristorante dove amavamo passare spensierati qualche sera. 

Eppure era una piccola casetta, ma per noi era una alcova, un riparo dal mondo, era il nostro Amore che ci riparava anche da noi stessi. 

Anita negli anni recenti era ritornata in quel posto, io mai. Solo ieri dopo dodici anni sono ritornato e mi ha preso una nostalgia di come in un posto così degradato possa esistere qualcosa di bello, possa esistere un fiore così bello come lo era Anita che ho avuto la fortuna di incontrare.

Ricordo uno dei primi appuntamenti che gli avevo dato. Io erano arrivato con un auto con il volume degli altoparlanti un po' alti, insomma la musica andava abbastanza forte e si faceva sentire. Quando Anita uscì dal portone della scala a sentire quella musica così alta, allora sentivo rap napoletano dei 99 Posse, esitò ad avviarsi verso l'auto. Poi mi confessò che stava facendo marcia indietro dandomi "buca" all'appuntamento. Poi si fece coraggio ed entrò in auto, dicendomi con il dito da maestra d'altri tempi: "spegni subito quella orribile musica". Io lo avevo fatto per fare un po' "scena", colpo su di lei, mentre invece avevo fatto proprio una figuraccia. 

Anita manifestò successivamente quali erano i suoi gusti musicali e con quelli, un amico, un certo Antonio che la conosceva molto bene, mi disse che mi stava conquistando. E fu così, fu lei con la musica, con la sua musica a sedurmi ogni giorno di più. 

Come mi piacerebbe incontrarla nuovamente in un angolo di quelle vie o seduta nel giardino della biblioteca di quartiere che era da noi molto frequentato. Chi sa forse in un'altra vita accadrà e lei mi passerà le mani tra i capelli e mi dirà: ciao Luciano come stai?

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