AGAPE - αγάπη

L'amore è un atto culturale, si impara. Lo si fa frequentando persone o ambienti che ti insegnano ad amare. Delle volte lo si impara dai film, dalla lettura, dal teatro o godendo e interiorizzando l'arte in generale, pittorica o scultorea.  Anita era una donna capace di insegnare l'AGAPE, la capacità di amare in modo incondizionato, smisurato, in modo disinteressato, come lo fanno i cristiani, come lo fa Dio con l'umanità. 

Ma l'agape la troviamo anche nel paganesimo, ancora prima dell'affermarsi dello stesso cristianesimo, nell'antica Grecia in quegli uomini e donne che con "virilità" e  "coraggio" erano in grado di amare senza porsi nessuna condizione. L'Iliade di Omero o l'Eneide di Virgilio è piena di questi uomini e donne esemplari che amano in quel modo. L'Agape viene distinto dall'Eros, nel senso che si può amare con coraggio e virilità pur in assenza di eros, anzi proprio in assenza di questo si ama in modo incondizionato. 

Tutto ciò in alcune persone l'Agape diventa una virtù, uno stato di grazia, un dono (un dono di Dio dicono i cristiani). Il paganesimo, l'agape, lo assegnava a chi possiede uno spirito elevato, a chi ha coltivato e appreso questo tipo di amore che prevede la comprensione, la commozione, la misericordia, la carità come "caritatevole" e quindi anche ai combattenti come Achille ed Enea che si inchinano davanti ai propri avversari e tutti colori che "vedono" al di là del mondo terreno, della materialità della vita. 

Io ho appreso questo da Anita e delle volte sono molto preoccupato di non averlo interiorizzato profondamente, che mi possa sfuggire. Poi invece mi dico: Luciano lo devi solo praticare l'agape come lo praticava la tua dolce Dama. ♥️

Ciao maestra 🌹




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