IL PRIMO BACIO IN QUEL LOCALE

Qualche giorno fa sono passato nel parco Forlanini e mi sono imbattuto nel locale dove per la prima volta io ed Anita ci siamo baciati.


Ricordo con precisione che andai a prendere Anita con l'auto e raggiungemmo questo locale già allora con la facciata antica, una sorta di cascina di campagna, lo avevano adibito a luogo dove si teneva musica live, si beveva birra e si mangiava qualche spuntino.  

Suonavano della musica rock molto dura con chitarre elettriche e bassi. In giro per il locale erano disseminati manichini tipo spaventapasseri per rendere l'atmosfera surreale, underground. L'ambiente di quel locale si confaceva molto a quello che noi vivevamo in quel momento, la realtà che noi vedevamo. Sapevamo entrambi di avere delle potenzialità che venivano represse, che il mondo esterno non ci permetteva di esprimere, che eravamo destinati ad altro. Lì ci fu il primo bacio, le nostre labbra si cercarono, si mangiarono, si accarezzarono. 

Infatti con il passare del tempo ed anche molto velocemente siamo diventati due persone completamente diverse da allora anche se ci sono delle caratteristiche che sono rimaste immutabili in noi. La combinazione tra me ed Anita fu esplosiva, innumerevoli sono le situazioni che abbiamo costruito insieme. 

In quel posto, dove prevalevano colori psichedelici, ci fu il primo bacio, un'esplosione di emozioni che ci pervase tutto il corpo. Rimanemmo per alcuni minuti in silenzio a guardarci, abbracciandoci come due animali appena "colpiti". Eravamo colpiti dai reciproci baci che dopo un po' riprendemmo a darci. 

Oh amore come mi mancano quei baci saporiti come il miele di un'ape regina. 

Quel locale, quando ci sono passato in questi giorni non c'era più, era rimasto un rudere abbandonato e del parco Forlanini ne è rimasto ben poco. Quel parco che ti ha visto ragazzina giocare insieme ai tuoi amici, è come evaporato, di blocco in blocco si è ridotto, se lo è mangiato l'urbanizzazione edilizia. 

Quante volte ci siamo andati per passeggiare, quante volte mi hai raccontato dei tuoi giochi di adolescente. Eri così felice a raccontarmi, ero così felice ad ascoltarti. 

Il destino ha voluto sottrarmi questa felicità, ingrato sei destino. Ora ti cerco nelle ombre del buio di quel locale impolverito, in quella musica assordante del passato nostro di amanti. E ti trovo, seduta a quel tavolo di legno scolpito, sei lì fiera che mi aspetti. 

Quel bacio, come quello di Rodin che abbiamo cercato e trovato a Parigi nel suo museo, era un bacio struggente d'amore e di morte, era un bacio vero che sarebbe durato in eterno. 🌹

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