UN ANNO FA

Un anno fa in questo periodo Anita stava malissimo, io gli facevo tutto: la lavavo, la vestivo, gli facevo l'alimentazione assistita, gli davo le medicine agli orari prefissati e morfina, morfina. Mio Dio che male ricordare quei momenti. Sono qui al McDonald a bere il caffè macchiato e piango come un bambino, il cameriere molto discretamente si è avvicinato a chiedermi se ho bisogno di qualcosa ed io gli ho risposto - ho bisogno della mia Anita, della gioia che mi dava, ma niente e nessuno può portarmela indietro - 

La mia piccola stava "andando", io lo sentivo, anche se volevo illudermi che con la mia precisione ripetitiva l'avrei salvata, ma era tutto inutile, combattevo con un nemico più forte che l'aveva già presa, già fatta sua. Un medico ad un certo punto mi disse, dopo che io per l'ennesima volta l'avevo pesata e non era cresciuta anzi calava di peso, mi disse, appunto - signor Vacca sta alimentando il tumore, la lasci vivere bene le ultime ore che ha da vivere - Per me fu una spada ghiacciata ed infuocata che mi trafiggeva il cuore, ma che dico era come come se mi impalassero, ero completamente squarciato. Anche Anita si illudeva ho scoperto dei suoi brevi appunti dove esprimeva preoccupazione per me e il suo voler bene a tutti, il suo abbraccio a tutti. Lei sentiva che ci stava lasciando, ma anche lei voleva illudersi. 

Le notti praticamente in bianco vicino a lei a sentire il suo respiro, le sue lunghe pause tra un respiro ed un altro, lunghissime pause. Io ero lì con lei, su di lei, a fianco di lei, io e Cora. L'abbiamo vista spegnersi e salutarci con il suo dolce sorriso. Mi diceva - ciao amore mio - appena apriva gli occhi. È stata con me sempre gentile, chiedeva solo amore ed io gli ho dato tutto quello che avevo, tutto. Gli ho dato tutto il sangue che mi scorreva nelle vene, tutto il mio cervello, tutto il mio cuore. Era una donna straordinaria che stavo perdendo. Maledetto tumore me la stava portando via. 

E poi e poi la tragedia, sirene, autoambulanze, ricoveri, medici, infermieri, dolori, dolori e poi e poi l'Es per sedare il dolore per sedarti dalla vita, per sedarti da quel male maledetto.

Avevamo vissuto quasi trent'anni insieme e adesso quel male maledetto me la stava portando via. Quelle che erano diventate sue amiche nell'ospedale lei le chiamava spesso da casa per sentire come stavano ma delle volte rispondevano i parenti che gli annunciavano la loro morte. E lei correva da me con gli occhi pieni di pianto, io l'abbracciavo e le dicevo sempre che il suo tumore era diverso che lo avremmo sconfitto e lei mi baciava e si tranquillizzava, si addormentava tra le mie braccia fino alla prossima telefonata. Mi diceva: fammi stare qui con te - ed io - farò di tutto, tutto affinché starai qui con me, tutto, stanne certa, niente e nessuno ti porterà via da me - E' stata gioiosa fino a quando è stata cosciente di sé, abbiamo giocato per quanto possibile fino all'ultimo, a prenderci in giro, a dissacrare il male, a prometterci che nel al di là avremmo continuati a divertirci, avremmo volteggiato nelle stanze immense dei più grandi musei al mondo dal Metropolitan Museum of Art di New York al Louvre di Parigi, dall'Ermitage di San Pietroburgo agli Uffici di Firenze, saremmo potuti restare anche oltre l'orario di chiusura quando non ci sono i visitatori, di notte a vederci tutta l'arte possibile e a goderne. Avremmo fatto ancora l'amore, lì in quelle stanze piene di opere d'arte.

Solo un anno fa eri qui con me, solo un anno fa.....





Commenti

  1. Risposte
    1. Luciano hai avuto la gioia di avere avuto al tuo fianco una ragazza stupenda la chiamo ragazza in quanto me la ricordo così sempre sorridente ,posiiva tutte quella virtù che si hanno da giovane e che Anita ha sempre conservato con te nel corso degli anni Se il destino ha deciso di togliere la cerca sempre di fartene una ragione nel pensiero che vi siete amati intensamente e con amore Rip amica Anita e tu Luciano fatti Forza nel ricordo della persona che era Un abbraccio

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    2. Grazie delle tue cortesi parole. La vita è, purtroppo, crudele. Affrontare la tragicità dell'esistenza è sconvolgente.
      Un abbraccio forte. 🌹

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  2. Luciano caro, leggendo questo suo articolo, ho rivissuto per un momento le stesse situazioni che io ho trascorso durante la malattia e soprattutto durante gli ultimi giorni di vita di mio padre. Anche lui era terminale. Aveva una male diverso da quello della sua dolce Anita, aveva Alzeimer, ma la grandezza delle sofferenze erano, credo, le stesse. Che Dio benedica lei ed Anita per questo bene e per questo amore meraviglioso che avete avuto l'uno per l'altra. E... un abbraccio grande.

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    1. Caro Cristiano il dolore è un elemento fondamentale per la crescita di una persona e saperlo affrontare diventa determinante. La perdita della compagna di vita è sconvolgente perché questo cambia la propria vita e cambia del tutto. Il mondo intorno a sé non è più come prima. Ora si è soli ad affrontarlo, prima c'era la coppia.
      Sicuramente suo padre rimarrà con lei, dentro di lei per tutta la sua esistenza e da la su', dal cielo le saprà sempre consigliare il meglio. Come fa Anita con me. Diventa essenziale affinché ciò si realizzi il RICORDO, la MEMORIA.
      Grazie delle sue gentili parole che mostrano tutta la sua sensibilità.
      Un abbraccio ❤️❤️❤️

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    2. E' vero, Luciano, i nostri cari che non ci sono più diventano le nostre guide e i nostri angeli custodi. Un grande abbraccio e buon sabato.

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