I TUOI OCCHI

Stamane, appena sveglio, finalmente ho ricordato con precisione i tuoi dolci occhi, il tuo sguardo trasognato quando mi guardavi. Uno sguardo che riconduceva a quella bambina di qualche anno che giocava nelle strade, nel cortile di viale Campania a Milano con sandali e calzini arrotolati alle caviglie. È come se ti vedessi giocare con gli altri bimbi in quegli anni in cui molti meridionali, tra cui quelli della Basilicata venivano a Milano per far vivere in condizioni migliori la propria famiglia. Ricordo quando mi raccontavi di quei giochi da bambina e sono andato a rivedere quel cortile e ci andrò ancora. Chi sa' che un giorno, in un pomeriggio d'estate non ti trovi lì a giocare a saltare con altri tuoi amichetti. 

Occhi colore nocciola dove più mi immergevi e più coglievo la tua dolcezza. Occhi che mi accarezzavano, mi avvolgevano in uno scialle di una vecchia zia del tuo paese.  

I tuoi occhi brillavano quando mi parlavi di quel vecchio paesello, avresti voluto passare del tempo in quei luoghi in vecchiaia con me a indicarmi con il dito e lo sguardo quei paesaggi immensi, infiniti che ti ricordavano i tempi che furono. 

Occhi, occhi, occhi pieni di comprensione, occhi pieni di commozione, occhi pieni di pietà, occhi pieni di amore. 

Occhi, occhi, occhi che accarezzavo con le mie dita, che poggiavo le mie labbra. 

Occhi, occhi, occhi pieni di dolcezza.

Come mi manca quella dolcezza, la cerco disperatamente, ma non c'è più.





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