IN PUNTA DI PIEDI
All'inizio si ricordano gli ultimi giorni, gli ultimissimi momenti tragici dove tutto appare surreale, dove tutto sta per finire tragicamente. Poi con il tempo affiorano alla mente ricordi del passato, delle primissime volte, quando giocavamo a sedurci, quando eravamo giovani pieni di energia. Tutto questo accade in modo caotico, la ragione non conta in questa fase, il tempo lineare ha perso il suo valore.
In una storia d'amore il tempo è circolare è un tutt'uno, non c'è un prima e un dopo, l'inizio corrisponde alla fine e i ricordi si accavallano, si confondono. Quello che è accaduto in un luogo probabilmente è accaduto in un altro. Il lutto si manifesta in un processo di questo tipo, in uno stato mentale che si avvita sempre di più per arrivare ad un blocco emotivo. Poi tutto esplode.... non sai più contenere nulla e non sai perché accade il big bang, accade e basta.
Come all'improvviso è esploso il tuo male, senza più controllo, nessuno era più in grado di contenerlo, di arginarlo. Pagine e pagine di analisi di tutti i tipi che non volevamo leggere, quelle letture solo i medici sono in grado di farlo a noi bastava guardarci negli e capivamo tutto dell'altro.
E' una guerra che si combatte all'ultimo sangue, nel fango di una trincea che indietreggia sempre di più. arretra, arretra e alla fine cede, il male dà l'assalto finale senza pietà, il nemico sfonda e vince, massacra tutto quello che trova sotto i suoi cingolati. Sei costretto ad alzare bandiera bianca a supplicarlo di fermarsi, ma lui ti vuole, vuole prenderti senza resa, senza condizioni. Quel male vuole prendere tutto di te, vuole la tua vita, non vuole fare prigionieri.
Mi viene in mente le danze della grande coreografa Pina Bauschel, la straordinaria musica dei Dead Can Dance, che ci ha accompagnato per tutta la vita, su cui ballavano le sue ballerine e ballerini, in punta di piede, con quella particolare fisicità che manifesta la presenza nella vita, la presenza della vita, quella fisicità che ti vuole dire: IO CI SONO.
La musica dei Dead Can Dance volevo che la sentissi per l'ultima volta all'Hospice, avevo parlato con il musicista che suonava il pianoforte come terapia del dolore e il lunedì lo avrebbe fatto, ma il sabato...quel maledetto sabato alle 20,15...eri già una stella, una piccola stella nell'universo.
Quella musica ci toccava l'anima, faceva emergere il mistero che permane dietro la vita, la sua dualità con la morte. La stessa dolcezza e compassione che c'erano negli occhi di quella donna, la Bauschel, la stessa dolcezza e compassione vedevo nei tuoi occhi, quegli occhi che hai voluto donare ad una bimba.
Una bimba che non vedeva fin dalla nascita ed ha potuto vedere tutti i colori del mondo grazie a te, grazie ai tuoi occhi. Mio dolce amore.
Sei venuta in punta di piedi nella mia vita ed è stata solo pura gioia che mi hai dato ed in punta di piedi sei andata, donandomi tutto di te.
Gli occhi donati a una bimba... che modo sublime per andarsene! La morte può continuare ad avanzare, a danzare, a illudersi di aver vinto ma la sua vittoria è breve. Io vedo in queste pagine di blog la Vita che trionfa, che dona un senso nuovo e rigenera tutte le cose. Nel ricordo non c'è solo nostalgia e rimpianto, ma tensione verso il futuro, verso qualcosa che deve ancora compiersi, portatore di luce per continusre il cammino...
RispondiEliminaLa morte vince sul corpo ma non sullo spirito, questi continuerà a vivere tra di noi. Grazie cara Roberta delle tue toccanti parole. Un abbraccio 🌹
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