Per voi un mio mini racconto

in cui troverete un mio caro ricordo,

una cosa da me veramente vissuta legata al mio papà 

che non c'è più.




        Un mondo meraviglioso

 

 

 

Dentro i miei ricordi più cari c’è un mondo meraviglioso che ebbe la durata di un solo pomeriggio.

Quando io ero bambino, non ero molto abituato a stare in compagnia di mio padre, perché lui era sempre fuori casa per il suo lavoro.

Mio padre, quando io ero molto piccolo, aveva un negozio di borse e di articoli di pelletteria nel cuore di Napoli, in una delle traverse del Corso Umberto.

Ma poi dovette chiudere questa attività e conobbe un periodo di disoccupazione, seguito poi da un successivo lavoro, fortunatamente. Ma anche in questo periodo di inattività, lui comunque continuava a fornire i suoi vecchi clienti di minuterie metalliche ed articoli utili per costruire borse.

Capitò che un pomeriggio di tanti anni fa, mio padre mi portò con lui da un suo cliente affezionato che si trovava, se mi ricordo bene, sul monte Faito.

Io a quei tempi, e parlo della fine degli anni ottanta, avrò avuto si e no otto/nove anni.

Arrivammo li, dopo aver percorso tutta quella strada in salita, mio padre fece quello che doveva fare e rifornì questo suo cliente di tutto quello di cui aveva bisogno.

Ci rimettemmo in macchina, nella sua Mercedes bianca e un po’ sbiadita, ed iniziammo la strada a ritroso per ritornare a  casa.

Mentre scendevamo da quel monte, papà accese l’autoradio, e da li, dopo aver cercato un pò per le stazioni, uscirono le note di una canzone veramente molto bella cantata da Louis Armstrong intitolata “What a wonderful world”.

Ancora oggi, quando riascolto questa canzone, io penso a mio padre e i miei occhi diventano lucidi.

Questo è il mio mondo meraviglioso, un mondo che vive nei miei ricordi e che è durato forse solo il tempo di quella canzone, ma è stato per me tanto importante, una cosa che forse ha poco significato, non eccezionale, ma per me lo è stato, essendo per me così poco usuale, a quei tempi, stare in compagnia di mio padre, che in quell’occasione ebbi tutto per me per un intero pomeriggio.

 

Mio padre sapeva regalare sempre un sorriso, raccontando una barzelletta o cantando una canzone con la sua voce da tenore.

E quanti cuori ha sollevato con le risate che sapeva regalare.

Caro papà, tu non sai quanto il tuo sorriso e i tuoi occhi da sfottitore mi aiutano ad andare avanti ancora oggi nel mio cammino.

Ed io allora benedico te e tutte le persone capaci, a questo mondo, di regalare un sorriso.

Perché quando si sorride il mondo ci pare più bello, meno cattivo e più sopportabile, proprio come il mondo descritto nella canzone “What a wonderful world” cantata da Louis Armstrong, che tu mi insegnasti era un cantante chiamato anche Sachmo.

Grazie, caro papà.

 

 

 

 

                                                                                                       Cristiano Cuturi.

 


 

Commenti

Post popolari in questo blog

A UNA DONNA IN PARADISO

OMBRE

LA MIA PICCOLISSIMA PREGHIERA