GUARDARSI IN FACCIA

La dottoressa Anna è nel suo studio medico, dove quotidianamente riceve i suoi pazienti, adesso sta visitando il Sig. Magni, l’ultimo paziente della giornata, che è stato operato al cuore due anni prima. Anna fa una visita scrupolosa, come suo solito, e per allentare la tensione scambia qualche battuta col paziente sulla sua famiglia, sulle vacanze.

Anna vive in una cittadina immersa nel verde. Lei ed il marito, quando si sposarono, decisero di abbandonare la grande città, per una vita semplice a contatto con la natura. Hanno una vita sociale attiva nella loro comunità e Anna fa parte del coro polifonico della chiesa.

Uscita dallo studio, saluta la segretaria e si avvia alla macchina a spasso spedito, è in in ritardo, come tutte le sere. Tra un’ora il coro farà l’ultima prova prima dell’esibizione al Concorso Nazionale Polifonico e verranno scelti coloro che faranno parte della spedizione. Anna si è preparata con scrupolo negli ultimi mesi perché vuole essere tra i prescelti.

Sale in macchina, e parte, guida nervosamente, ha paura di non arrivare in orario e di essere esclusa dalla prova. Un rallentamento,non ci voleva, la lunga scia di auto è sempre più lenta: no non fatemi fermare, lampeggia per chiedere strada, sorpassa qualche auto, suona, sbuffa è sempre più nervosa. La sua ansia aumenta. Avanzando a fatica arriva al punto nevralgico del blocco. Vede che c’è stato un incidente stradale.           

Una moto sdraiata in mezzo alla corsia, un’auto con la parte posteriore sfondata e con il lunotto crepato e rotto in più punti. C’è un corpo sul bordo della strada, quello di un uomo, incosciente, in una posizione strana, sembra una marionetta senza fili, caduta a terra. Vorrebbe accelerare, è un anno che si prepara per la selezione del coro, non posso mancare, devo andare avanti: tanto tra poco arriveranno i soccorsi, se la sbrigheranno loro. Ma istintivamente si ferma e corre a soccorre il ferito. Ferma un’emorragia, vede che ha anche un trauma al cranio, per quello può fare poco si dice amaramente. Poi controlla gli altri contusi. Più tardi arriva l’ambulanza e fa il punto della situazione con gli addetti. Il tempo passa ma non se ne accorge, la selezione del coro sarà quasi finita a quest'ora, pensa mentre ritorna alla sua auto.

Tornando a casa la delusione per la mancata prova ha lasciato spazio ad una pace. La pace di chi ha scelto di seguire la sua umanità e non il suo orgoglio.

Giovanni Pessina













Commenti

  1. Caro Giovanni questo brevissimo racconto mi ha commosso. Mi hai detto che per scriverlo ti sei ispirato ad Anita. Ti ringrazio di ❤️ sei stato molto gentile.

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  2. Luciano, grazie a te per le possibilità di esprimermi che mi offri.

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