PEGGY GUGGENHEIM

 

Siamo andati qualche volta a Venezia e quello che ci piaceva era l'atmosfera malinconica di questa città. Ci sarebbe piaciuto anche andare per il Carnevale in maschera, molte volte l'avevamo programmato poi all'ultimo momento l'abbiamo dovuto sospendere. Ma quella volta fu bellissimo.....

Avevamo preso una stanzetta per qualche giorno in un alberghetto da cui si vedeva la laguna e le gondole andare e venire. Sentivamo di mattino presto le voci dei veneziani che preparavano i banconi per i turisti. 

Il museo di Peggy Guggenheim era vicinissimo dove alloggiavamo e lo visitammo. Fu una meraviglia nella meraviglia, un gioiellino incastonato in un spilla dorata. 

Anita ammirava la Guggenheim ed in pensione si sarebbe dedicata a questo tipo di professione, quella della mecenate dell'arte.

Era così orgogliosa di avermi al suo fianco in quel posto (io in quella fase della mia vita facevo il sindacalista) e parlarmi di Arte, delle diverse opere, ma soprattutto della vita di Guggenheim di questa donna che si era messa a fare la mecenate promuovendo gli artisti e fu allora che mi confidò quello che amava fare nell'altra parte della sua vita. Allora avrebbe dovuto ancora fare un bel pezzo della sua vita lavorativa.

C'era un ristorantino quasi sull'acqua dove tutte le sere andavamo a cenare, eravamo scandalosamente felici. 

Ricordo che per arrivare al museo prendemmo un battello e il cielo era un po' nuvoloso ed ogni tanto veniva giù una pioggerellina. Noi alla prua del battello non la sentivamo nemmeno, eppure quando entrammo nella reception del museo eravamo zuppi, ma niente ci sentivamo felici e questo ci bastava.🥰

Andammo su e giù per le colli, per i ponti soprattutto quello dei sospiri che non erano sospiri d'amore ma erano quelli dei condannati alla prigione dal Doge e lì le prigioni si allagavano ad ogni piè oltre alle torture che avrebbero dovuto sopportare. Ma in fondo i sospiri erano anche quelli delle dame dei condannati. Ma noi ci divertivamo terribilmente a rincorrerci sui ponti. 🥰

Venezia era affascinante al tramonto come lo era Anita con gli abiti eleganti e la collana di perle al suo bellissimo collo. 

Ricordo la fifa che aveva a salire sulla gondola e il gondoliere che la prendeva un po' in giro. Intanto il sole calava e lasciava sulla laguna i suoi raggi striati bruni che scintillavano sulle piccole onde. 

Ciao stellina, io lo so, tu sei in quel cielo, in quel tramonto a goderti le opere che la Guggenheim custodisce in quel meraviglioso luogo. 


Commenti

  1. Bellissimo ricordo e la ringrazio di averlo condiviso anche con noi, con chi visita questo blog dedicato ad Anita. Dice una canzone che amo, "L'himn all'amour", che cantava spesso Edith Piaf, negli ultimi suoi versi: "Dio riunisce sempre chi si ama". Lei un giorno ritroverà la sua cara Anita, come anche io ritroverò mio padre, che adesso non c'è più. Ed è questo che ci deve tenere in vita, pensare cioè che il distacco dai nostri cari non è definitivo. Un abbraccio, caro Luciano. Cristiano Cuturi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Cristiano leggendo il suo commento mi ha commosso e non nascondo che una lacrima mi è scesa lungo le guance. Mi auguro di poterla incontrare. Grazie di ♥️ Un abbraccio.

      Elimina
    2. Un abbraccio grande a lei, caro Luciano.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

IL CANCRO HA VINTO

BIBLIOTECA CONDOMINIALE

NOBILTÀ DELL' ALTRUISMO