UNA SERA A PRAGA

Praga è stata la nostra meta preferita, ci siamo stati diverse volte, anche, come ne ho già parlato in un altro post, con amici. C'era e c'è Dino un cugino di Anita che la prima volta ci ha cortesemente ospitati. Ma Praga è stata soprattutto la città dove ci siamo innamorati o per lo meno dove ci siamo accorti che stavamo innamorandoci sempre di più. 

Ma a tal proposito, a proposito di Praga devo raccontare un episodio abbastanza divertente. Era nostra abitudine per risparmiare, prenotare pernottamenti in pensioni e a Praga c'erano molte persone che mettevano a disposizione la loro abitazione con prima colazione a prezzi contenuti. Durante il giorno eravamo andati a spasso per la città e poi la sera ci siamo recati dove dovevamo dormire. Città dove nessuno parlava italiano, noi conoscevamo a malapena qualche parola d'inglese e poi io conoscevo il francese, ma rimaneva difficile comunicare. 

Serata molto buia e fredda, se non sbaglio era il mese di Marzo e c'era anche un po' di neve qua e là. La metropolitana ci aveva portato in periferia e ci siamo addentrati tra questi enormi palazzoni grigi costruiti durante il comunismo, tutti uguali e anonimi. Faceva tutto un po' paura e noi due tanto coraggio non ne avevamo. Comunque a vicenda ci sostenevamo, ma era una unione di fifoni. Non c'era nessuno per strada e di auto manco a parlarne. Per giunta la stanchezza della giornata passata in giro non ci rendeva tanto lucidi. Insomma non vedevamo l'ora di buttarci su di un letto per dormire. Trovammo il palazzo e salimmo con l'ascensore che faceva un terribile rumore, sembrava lì per lì che si bloccasse. Noi ci guardavamo, a questo punto, ridendo, ci sembrava di stare in un film di Hicicoc. Finalmente l'ascensore arrivò al piano che lo illuminava una fioca lampadina in alto. 

Intravedemmo all'ingresso dell'appartamento sulla soglia della porta di ingresso un enorme cane, che all'inizio con quel buio mi sembrava un pony. Mentre, invece, appena ci siamo avvicinati abbiamo capito che era un cane, un alano. Si avvicinò, noi eravamo impietriti dal terrore, ci annusò, ci guardo' con occhi teneri si girò e come se ci volesse fare strada ci accompagnò dentro l'appartamento. Dentro c'era un buio pesto, anche solo qualche piccola lampadina, a stento si vedeva. Uscì dall'ombra una signora molto anziana, ben vestita e con il bastone. Noi scoppiammo a ridere, lei ci guardo' e si mise a ridere anche lei. L'unico che non rideva era il cane che si sdraiò a terra continuando a guardarci con i suoi occhioni teneri e dolci. 

Dormimmo tutta la notte esausti con l'alano vicino al letto dalla mia parte. 

La mattina su una splendida veranda, ma il paesaggio non era cambiato dalla sera precedente, ci servi' del profumatissimo prosciutto di Praga appena tirato fuori dal forno. Noi scoppiammo ancora a ridere e mangiammo tutto, ma proprio tutto il prosciutto che lei instancabilmente ci continuava a servire con tè caldo.

All'improvviso sentimmo della musica, era un violino 🎻 che suonava per noi...a questo punto ci commuovemmo della gentilezza della signora. Aveva visto che eravamo degli innamorati ed aveva fatto partire un CD con il violoncello. 


Questa foto è stata scattata dove un tempo Anita lavorava, al CMP di Peschiera alle sue spalle ci sono dei casellari postali per la ripartizione della posta.


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