L'AMORE È PRENDERSI PER MANO E SALTARE

È stato proprio un amore come lo volevamo noi: un grande Amore, un intenso Amore, un lungo Amore. Tutto concentrato su noi due, l'uno per l'altro, mano nella mano, certo con le contraddizioni degli esseri umani, ma il nostro Amore veniva prima di tutto, al di sopra di tutto. Era il nostro Amore che ci faceva superare le difficoltà, le intemperie della vita e ne abbiamo avute tante. 

Lei voleva anelare l'ultimo respiro tra le mie braccia e così ho fatto dandole l'ultimo bacio. Avrei fatto anch'io la stessa cosa: era un impegno che reciprocamente avevamo assunto e nulla e nessuno ci avrebbe fermato. 

Ci volevamo bene e ci amavamo profondamente, senza che nulla ci potesse fermare. Il nostro Amore voleva conquistare il mondo e nel nostro piccolo lo abbiamo fatto. Ci sono tante testimonianze che lascia, agli altri, il nostro AMORE, basta guardarsi con sensibilità intorno.

Ho commissionato ad un nostro amico pittore, Massimo, un ritratto di Anita, lo terrò nella nostra camera da letto e solo in alcune occasioni lo mostrerò agli altri. Assumera' per me un aspetto sacro come le altre opere d'arte che in sua memoria farò e a cui dedicherò del tempo. 

La memoria di Anita come di qualsiasi altra persona richiede tempo, impegno, responsabilità, energia, potenza.  

In una poesia Guillaume Apollinaire agli inizi del Novecento dice che non c'è nulla di così potente come quello di amarsi anche dopo morti. Per osservare questo potente stato di grazia bisogna andare alla Casa dei Morti, come appunto si chiamava la poesia di Apollinaire, dove gli amanti si fanno seppellire nella stessa tomba dopo essersi aspettati a vicenda.

Il nostro AMORE deve innalzarsi nei cieli perché è lì che la mia dolce Anita vive nell'eternità e nell'immensità dell'universo: stella era e stella è tornata. 



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