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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

IL PARCO DELLA GIOIA

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Poco tempo fa ho fatto un sogno che lo trascrivo come lo avevo riportato sul mio diario appena sveglio.  "Con Anita eravamo in un luogo che dovevamo attraversare in bicicletta. Il tempo era nuvoloso ed io con la mia bicicletta ero più avanti di lei che aveva delle difficoltà. Io l'aspettavo e intanto mi guardavo delle opere d'arte che erano distribuite all'aperto in questo posto. Ma vedevo che lei non si stava godendo il percorso e continuava ad essere in difficoltà. L'avrei resa tra le mie braccia per farla stare meglio. Lei come al solito era dolcissima e insisteva di voler fare da sola. Si era fermata in una strettoia a parlare con una signora e c'era un autobus che doveva passare proprio lì, faceva fatica a passarci, sembrava che la stesse toccando, poteva far male Anita, ma lei invece era tranquilla. Le nuvole si addensavano sempre di più, cadeva anche qualche goccia e Anita era sempre tranquilla e anzi diceva a me di tranquillizzarmi e di godermi la giorn

GENTILEZZA, QUALITA' FUORI DAL TEMPO

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Anita la voglio ricordare come la donna più gentile che io abbia mai incontrato. Questa qualità, quella della gentilezza, mi è stata confermata anche successivamente alla sua morte da tantissime persone. Non si è mai relazionata con gli altri in modo sgarbato, nemmeno con chi poteva essere sgarbato nei suoi confronti.  Mi diceva spesso, nelle ultime settimane: "Perché Luciano è successo a me?, io non ho mai fatto male a nessuno". Io rimanevo pietrificato a queste parole, parole a cui non potevo dare nessuna risposta se non quella di abbracciarla a me stretta, stretta e rassicurarla che io sarei stato con lei fino all'ultimo istante, anche se ci fosse stato un "dopo" sarei stata con lei. Mi guardava con quel sorriso dolce che mi avevo reso felice per tutta la vita.  La gentilezza oramai non è più una qualità che si incontra facilmente, anzi si ritiene che chi è gentile sia un debole, sembra che la "forza" debba essere manifestata in modo aggressivo. Men

BELLE AMICIZIE FRATERNE

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Abbiamo avuto diversi amici, non tanti ma una cerchia bella di amici su cui poter fare affidamento reciproco, ma alcuni amici sono stati particolari, sono di quegli amici che rimangono nel cuore. Carmela e Sergio sono una coppia che è stata una vera amicizia fatta non solo di vacanze insieme ma anche di confidenze, di complicità.  Con loro abbiamo condiviso difficoltà e piacevolezze instaurando tra di noi una profondità di animo che solo con pochi abbiamo avuto. Carmela e Sergio sono stati nostri colleghi quando lavoravamo alle Poste e con loro abbiamo condiviso anche la crescita sindacale, la presa sempre maggiore di coscienza del lavoro e dei diritti dei lavoratori.  Carmela ha collaborato con Anita al CRAL delle Poste a Milano realizzando delle cose magnifiche per le lavoratrici ed i lavoratori. Ho ancora in casa le migliaia di segnalibri che aveva fatto fare Anita in occasione della ricorrenza della Festa della Donna e distribuito in tutti i luoghi di lavoro. Anita e Carmela alle P

I VALZER VIENNESI

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Quando siamo stati a Vienna tra le diverse cose che ci sono piaciute e di cui ho già trattato in altri post, c'era la ricerca costante da parte nostra di ascoltare e ove fosse stato possibile anche ballare i VALZER, il cosiddetto valzer viennese. Io non lo sapevo ballare e non lo avrei mai imparato a ballare, ma Anita si immaginava noi due in costumi di epoca imperiale che in un enorme salone pieno di lampadari a gocce e con le tappezzerie dorate si ballava il VALZER di VIENNA.  Abbiamo tanto girato e chiesto in giro che alla fine ci siamo trovati nella sala dove per davvero c'erano persone vestite con abiti di epoca dell'impero austroungarico che ballava. Ebbene abbiamo ballato pure noi, io, confessò, con estrema difficoltà, Anita invece volteggiava a mezz'aria, era felicissima anche con un pessimo ballerino come me😂😂😂 C'era un'orchestra magnifica diretta da un maestro che non ricordo per nulla il suo nome, ma ricordo come faceva vibrare nell'aria la sua

HO CHIESTO A DIO.

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  Buondì a tutti. Questa mia poesia parla di pace, contro ogni guerra, sperando che finisca ogni guerra. Ho chiesto a Dio. Ho chiesto a Dio un poco di sogni e di giocattoli, e gli ho chiesto di metterli dietro gli occhi chiusi dei bambini, di quei bambini così piccoli e gia volati al cielo, ed anche nei pensieri di tutti quegli uomini, duri come pistole, perché ritornino bambini. Ho chiesto a Dio due fucili messi da parte e scaricati, e messi a forma di croce su una terra dove nasceranno un giorno le viole, in un pomeriggio lontano, forse fra cento anni. Ho chiesto a Dio urlando questa mia preghiera, di rendere tutti gli uomini ancora dei bambini, e di farli entrare in un paradiso dove solo chi è bambino può entrare. Cristiano Cuturi.

SOPRAVVIVERE

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Sopravvivere ad un lutto è importante, quello che serve è guardarsi dentro senza timori, immergersi nelle paure fino in fondo. Quando le paure le hai fatte tue, le riconosci, ne hai dimistichezza, ne hai padronanza, allora sei ad un buon punto del percorso.  Lo fai per te, per sopravvivere alla tragedia, agli eventi catastrofici che la vita ti impone contro il tuo volere. Devi ricostruire una vita, la tua vita, sapendo che quella di prima non c'è più. Quella che stai vivendo è un'altra vita, una nuova vita e devi convivere con il dolore della perdita. Una perdita definitiva, incolmabile.  E allora cerchi di ricreare una tua personalità basandola su nuove caratteristiche che in fondo le avevi già ma erano state messe da parte, erano state mitigate. Devi tirare fuori nuove energie e metterle in campo. In alcuni casi sono energie che sapevi di avere ma non le avevi mai utilizzate, adesso servono, servono per sopravvivere .  Infatti l'uomo è davanti alla sopravvivenza di sé ste

PAURA DI PERDERSI

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Anita quando vedeva in TV quelle storie di "Chi l'ha visto ", storie di persone anziane che vagando per la città si perdevano, non erano più in grado di tornare a casa, mi chiedeva: -  Luciano tu mi cercherai se io mi perdessi quando diventerò vecchia? - Certo che ti cercherò e smetterò solo quando ti avrò trovata -  Allora lei si tranquillizzava a e rassicurata mi dava un bacio. Questa era Anita, una donna anche con le sue paure e fragilità e il bisogno di essere protetta.  Una volta mi raccontò che da bambina era entrata in una sala giochi, quelle per piccoli, senza dire niente al papà che era rimasto fuori. Per lei furono minuti angosciosamente lunghi, ma poi subito il papà la trovò chiamandola ad alta voce nella sala, era proprio lì e la rassicurò. Ma da allora aveva sviluppato una sua paura, quella di perdersi, una paura molto comune ai bimbi.  Si faceva, dopo aver visto quella trasmissione televisiva, una mappa mentale delle persone che dichiaravano disperse se cas

DOMENICA ESTIVA

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Cara Anita Da quando sei volata nel cielo, io e Cora, tutte le domeniche veniamo a trovarti, ma sappiamo che tu sei con noi sempre e ovunque. Di solito ti portiamo dei fiori, sistemiamo un po' la tua sepoltura ed io ti leggo una poesia, delle volte sono mie altre volte sono di grandi poeti e scrittori. Questo è un modo per passare la domenica mattina con te cercando di parlare con la tua anima. Quello che ho scoperto è che ci vuole un'anima per dialogare con un'altra anima e questo può avvenire ovunque e sempre, basta averne voglia. Dopo che abbiamo compiuto questi ormai piacevoli riti domenicali , lascio un po' libera Cora di sgambettare nel parco adiacente.  Questa mattina piove, ma è una pioggia estiva che mi ricorda te l'anno scorso proprio in questi giorni.  E a te ho pensato quando poco fa sull'autobus che mi porta da te, ho scritto una poesia e tra un po' te la leggerò.... purtroppo dovrò farlo sotto l'ombrello, ma fa nulla, la pioggia, dicono, pu

'Nu suonno ca se chiamma "Paraviso".

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  Buondì e buon week end. Voglio pubblicare per voi una mia poesia che scrissi un po' di tempo fa nella quale ho immaginato di aver sognato un posto bellissimo, dove ora vivono e sono felici i nostri cari che purtroppo non sono più con noi e dove regna la vera felicità. Il paradiso. Nu suonno ca se chiamma Paraviso.       'Na museca 'a cchiù doce ca nisciun ha maie sentuto vulava miez' all'aria e mmiez' 'e margarite, e mille rose nate dint' 'o mese 'e maggio vulavano accumpagnat 'a na canzone. Nu raggio 'e sole passaie miez a nu nuvola ca era ianca e fatt' sulo 'e cera, e arrivaie n'terr a chillu prat ca era verde comm' è verde 'o mare. Mentre nu coro d'angele cantava e 'a voce 'e mille voce se senteva, cantavano 'a cchiu bella pasturale cu 'e raggie 'e chillu sole ca luceva. L' ultimo raggio 'e sole, alleramente, se salutava 'e rrose e 'e marg

ESSENZA

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Anita ai miei occhi è rimasta sempre un po' misteriosa e questo è garanzia di rimanere innamorati, certo con il passare degli anni ci si affina, nel senso che ci si impara a conoscersi e quello che la caratterizzava era la sua dolcezza immensa.  Una dolcezza che faceva trasparire dagli occhi rendendola luminosa. Il suo sguardo era accogliente e calmo, anche se riusciva a penetrare i suoi interlocutori in profondità.  Amava davvero il prossimo come solo lei sapeva fare e si commuoveva di fronte ai drammi umani anche di quelli che accadevano dall'altra parte del mondo come quelli vicinissimo a lei. Ieri sono stato all'Hangar della Pirelli a visitare una mostra di un artista, la Chiara Canoni, che ha dato alla sua retrospettiva il titolo: "CHIAMARE A RADUNO. SORELLE. FALENE E FIAMMELLE. OSSA DI LEONESSE, PIETRE E SERPENTESSE." era dedicata al mondo femminile. In ognuna sua composizione artistica c'eri tu, cara Anita, c'era la tua dolcezza, dalle tende delicat

LA MIA PRINCIPESSA

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Era giugno di diversi anni fa ed eravamo anche noi, io ed Anita, sotto Bucking Palace a Londra ad aspettare il saluto dei regnanti inglesi. Allora c'era la regina Elisabetta, oggi c'è re Carlo III, pioveva come ha piovuto ieri alla cerimonia del Trooping the Colour.  Il Trooping the Colour è la cerimonia di festeggiamenti per il compleanno del sovrano e quindi è anche la festa della felicità. Si pensa che più lunga sarà la vita del sovrano più lunga sarà la vita dei suoi sudditi. In questo clima di festa, gioia e felicità per la sovrana di allora, la regina Elisabetta, io ed Anita siamo stati a gioire sotto il suo balcone mentre lei salutava i suoi sudditi. Noi ci sentivamo semplicemente "viaggiatori repubblicani"🤣 ma esultavamo anche noi per il suo compleanno facendoci trascinare dall'entusiasmo di questa enorme folla, rimanendo sempre un po' dubbiosi sul fatto che gli inglesi accettino volentieri la loro sudditanza.  Questo ricordo me lo ha suscitato la not

ARTE RELIGIOSA

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I motivi religiosi nelle opere d'arte sia pittoriche che scultoree ripercorrono sempre l'ascesa di Cristo al cielo, dal suo Padre. Questa ascesa è fatta da tappe che vengono scandite in modo preciso: l'annunciazione, la nascita, la flagellazione, la crocifissione, la morte, la resurrezione, ecc. Ma sempre nelle opere artistiche religiose ci sono anche rappresentazione di momenti in cui l'uomo gioisce ad esempio per l'abbondanza del grano, delle festività, durante le processioni,    La cosa interessante è che Cristo fattosi uomo vuole dire che ripercorre quello che anche gli uomini, quelli mortali, di solito devono attraversare: gioia e dolore. Quando visito luoghi, in particolare le Chiese, che posseggono queste opere e le custodiscono nei secoli, la loro sacralità, il loro silenzio che le avvolge nel mistero, la loro immensità, la loro architettura costruita per consacrare Cristo, la loro luce che passa attraverso le vetrate decorate, produce in me una sensazione d

'NA DUMMENEC 'E PASCA

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Buon pomeriggio. Posto per voi un'altra mia poesia in napoletano intitolata "'Na dummeneca 'e Pasca", nella quale ho avuto a cuore di parlare della mia religiosità, essendo io molto credente nella religione cristiano cattolica e nell'amore che il signore ha per ognuno di noi. 'Na dummeneca 'e Pasca.       'Na dummeneca 'e Pasca 'e nu iuorno d'aiere, dint' 'a nu vicariello addò nunn trase 'o sole, passavo cammenanno e m''a facevo a ppere sentenno ll'aria doce ca mena 'a primmavera. 'E mentre m'assettavo 'a nu murillo antico, guardavo 'na chiesella ca me steva 'a rimpett. Facenno 'o paro e 'o sparo, dicenno: "Ma mo traso?", trasett e m'assettaie e mme facett 'a croce. 'A chiesa era vacante e se senteva 'o friddo. Cu 'e mmane dint' 'e mmane facenno 'na preghiera, guardanno lla 'e rimpett nu Gesu Cristo n'cro

DOIE FENESTELLE 'E COPP' 'O PARAVISO.

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Buona sera. Voglio pubblicare per voi una mia poesia in napoletano intitolata "Doie fenestelle 'e copp' 'o paraviso". Spero che vi piaccia. In questa poesia si parla di generosità e di altruismo, una generosità ed un altruismo che vengono dall'alto. Doie fenestelle ‘e copp’ ‘o paraviso.   Doie fenestelle ‘e copp’ ‘o paraviso s’arapetteno ‘na matina tuzzuliate ‘a nu raggio ‘e sole, e ‘o patatern n’cielo, scetato di buon’ ora, pigliaie ‘e lente e ‘o ccafe e ssi iett’ affaccià. Vedette da luntano ‘o lungomare ‘e Margellina, Pusilleco, Curuoglio, e comm’ ‘a seta fina dall’oro culurata ‘o sole accarezzava e tigneva tutt’ ‘e ccase. Migliare ‘e cristiane cammenavano sott’ ‘o sole, e chi aspettava ‘o tramm, chi chiagneva, chi alluccava, e chi, sottobraccio, nzieme cu ‘a nnammurata, se ne ieva ‘a Margellina ‘a passià. Nostro signore aret’ ‘e fenestelle, sciatanno ngopp’ ‘e lente pe ce verè cchiù buono, vedette da luntano ‘nu povero uagli

IL GIORNO DELLE VOTAZIONI

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Ricordo che quando Anita si candidava a qualcosa, lei è stata candidata a ricoprire l'incarico di Assessore alla Cultura al Circolo Ricreativo dei lavoratori delle Poste di Milano è stata candidata due volte al Consiglio di Municipio 9 de Comune di Milano, prendeva la cosa seriamente. Non ha mai preso con leggerezza la sfera politica o quella sociale.  Quando fu candidata l'ultima volta era già ammalata e lei lo sapeva, ma dopo aver accettato la candidatura ha iniziato quello che comunemente si chiama campagna elettorale. Era orgogliosa che gli altri riponevano in lei della fiducia e non voleva tradirla e si impegnava senza sosta affinché si realizzasse l'obiettivo. In alcuni casi ci riusciva on altri no, per lei comunque l'importante era impegnarsi. A lei interessava il "viaggiò" e poi la "metà".  Nel "viaggio" lei stringeva rapporti, relazioni, amicizie e la gente la conosceva per quello che era: una dolce sensibile ed impegnata. E così o

IL PIACERE DELL'HAMMAM

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Un giorno siamo andati in un hammam e per me fu la prima volta che mi recavo in un posto così, mai mi era passato per la testa posti simili, mentre Anita gli piacevano questi luoghi dove ci si rilassava e si mangiava pietanze esotiche. Si era iscritta ad un club esclusivo a Quinto Romano mica per fare la palestra, si preparava il classico borsone con gli indumenti per la palestra, ma non credo che ci sia mai andata, lei andava alla SPA e si faceva lunghe sedute di rilassamento, 🤣🤣🤣 lunghissime sedute e delle volte invitava anche me. Se ricordo bene fu un mio compleanno e lei volle regalarmi un pomeriggio dentro un hammam che già prevedeva sauna, bagno turco e piscina, ma lei non contenta aggiunse cinquanta minuti, ripeto cinquanta minuti di massaggio.  Io all'epoca facevo un lavoro manuale pesante e quindi quando iniziarono a farmi il massaggio mi addormentai profondamente sul materassino. Anita mi disse che mi sentiva russare nella stanza. 🤣🤣🤣Il massaggiatore terminato il su

CASA BELINZAGHI

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Io ed Anita per circa quindici anni siamo stati in un appartamento alla Lorenteggio di proprietà della Regione Lombardia e amministrato dall'Aler. Poiché la ristrutturazione richiedeva molto denaro, l'Aler ci ha proposto di andare in un altro appartamento anche in un luogo diverso. Siamo andati a vedere un appartamento sui Navigli ma non ci ha affatto convinti. Poi siamo andati a vederne uno in via Belinzaghi che ci sembrava carino. Quindi abbiamo deciso e ci siamo spostati. I primi mesi non capivamo bene cosa succedesse in quel posto, ma poi, con il passare del tempo, è stato tutto molto chiaro. Avvenivano quasi giornalmente risse che assumevano caratteristiche collettive. C'erano motociclette parcheggiate ovunque che intralciavano finanche il passaggio degli altri inquilini. Cani appartenenti a razze ritenute pericolose, liberi nel cortile ed in alcuni casi venivano usati come minaccia nei confronti di persone anziane ed ammalate. Lo spaccio di droga era del tutto normale

DOLCE RAGAZZA

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Anita era una ragazza dolcissima e crescendo ha aumentato questa dolcezza. Tutti le volevano bene per questa sua qualità, questa disponibilità ad amare il prossimo per lei significava amare la vita. Alcune volte negli ultimi giorni di vita mi chiedeva: "Luciano perché a me, ho sempre voluto bene tutti" ed io rimanevo in un silenzio terrificante per poi risponderle con un abbraccio.  Lei ha lasciato un vuoto dentro di me incolmabile.  Comprendeva che gli esseri umani hanno delle contraddizioni, sono imperfetti, ed anche lei lo era, ma lì amava comunque.  Di Anita non mi mancano i viaggi, la musica, l'opera e tante altre cose che facevamo insieme, quello che mi manca di Anita è la semplicità in casa nostra.  Quello che mi manca è il quotidiano, è il ciondolare in casa con le pantofole nei giorni di festa. Quel dolce ozio fatto di nulla, l'assenza di qualsiasi stimolo esterno, ma solo quello tra me e lei, quel dolce perdersi negli occhi dell'altro. Questo mi manca! 

PAPÀ PACIFICO

Voglio pubblicare per voi un mio racconto dal titolo "Papà Pacifico", un racconto ispirato al ricordo di mio nonno che avendo lavorato come maresciallo dell'esercito, i suoi colleghi e soldati di leva lo chiamavano "Papà Pacifico" per la sua grande bontà ed altruismo. Con questo racconto per me è stato un grande onore aver vinto il primo premio nella sessione racconti al concorso conclusosi pochi giorni fa in memoria della cara Anita De Bernardin. Riporto qui di seguito il mio racconto e spero che vi piaccia.                                                                              Papà Pacifico       Antonio, alzatosi dal suo comodo divano, si incamminò verso la sua libreria, dove c’era, in mezzo a tanti libri, un vecchio album di fotografie. Lo prese e lo aprì. Era un album con dentro delle foto risalenti a trent’anni prima, agli anni in cui aveva fatto il servizio militare nel ventiquattresimo reggimento genio guastatori di Parma. Iniziò a sfogliare qu